La rivoluzione green del cemento biodinamico

La rivoluzione green del cemento biodinamico

Giugno 13, 2022 ambiente bioedilizia sostenibilità 0

in copertina, foto © Italcementi

Ne avevamo già sentito parlare in occasione della realizzazione di Palazzo Italia durante Expo Milano 2015: il nome tecnico è Tx Active ed è stato inventato nel 1996 da Luigi Cassar e brevettato da Italcementi.

La peculiarità del cemento biodinamico, o fotocatalitico, consiste in una miscela contenente cemento e biossido di titanio, il quale, ricevendo luce solare, innesca il processo di fotocatalisi: l’ossigeno così attivato decompone gli inquinanti presenti nell’aria, trasformandoli in sostanze meno dannose come nitrati e carbonati. Questi vengono poi facilmente “lavati via” dalla superficie idrorepellente con l’acqua piovana.

In una strada di Segrate (Milano) ricoperta con una malta fotocatalitica, e in un’altra strada in provincia di Bergamo, dove sono stati usati dei masselli autobloccanti, la concentrazione di inquinanti era diminuita tra il 45% e il 60%. In altre parole, la posa del materiale su un’area di 1000 mq corrisponderebbe alla collocazione di circa 100 alberi.

Essendo un materiale idrorepellente e a ridotta porosità, ha un’elevata resistenza agli agenti atmosferici; inoltre dai test risulta una maggiore resistenza anche alla compressione e alla flessione rispetto alle malte classiche.

Negli ultimi anni infatti, diversi studi hanno portato alla realizzazione di di vernici e rivestimenti per tegole che sfruttano il principio della fotocatalisi.

Queste vernici ecologiche possono essere considerate dei veri e proprio “depuratori d’aria”, utilizzabili sia all’esterno che all’interno delle abitazioni. Sono progettate per eliminare sostanze chimiche nocive, virus e batteri presenti nell’aria e prevengono anche le muffe.

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